Ormoni androgeni e steroidi anabolizzanti
Ormoni androgeni e steroidi anabolizzanti
Nonostante la valutazione del rischio di sviluppare il cancro nei pazienti che hanno abusato di AS sia difficile, perché spesso l’uso di alte dosi è combinato con l’assunzione di altre sostanze lecite o illecite, va segnalato il pericolo del potenziale effetto degli AS sullo sviluppo e progressione dei tumori. La combinazione di queste sostanze può portare a un aumento di rischio di sviluppare neoplasie,dislipidemie ed elevato rischio cardiovascolare. Questi effetti avversi possono addirittura aumentare dato che l’iniziazione all’uso di steroidi avviene sempre più precocemente con maggiore frequenza e continua per lunghi periodi sia negli atleti sia nei non atleti.
- La ginecomastia solitamente recidiva dopo la sospensione della terapia, per cui, 6 pazienti sono stati indirizzati al trattamento con chirurgia plastica.
- Moffat et al. ha eseguito una sottoanalisi dello studio longitudinale sull’invecchiamento di Baltimora che ha incluso 407 uomini senza demenza che sono stati seguiti per una media di 9,7 anni.
- Un farmaco con una vita attiva di 16 giorni, per esempio il Nandrolone Decanoato, avrà un periodo di massima efficacia di circa 8 giorni.
- Il prednisone (Deltacortene®, Lodotra®) è un glucocorticoide sintetico ad azione intermedia, ampiamente utilizzato nella terapia di infiammazioni gravi, malattie autoimmuni, reazioni di ipersensibilità e rigetto di trapianto.
- Gli steroidi sono usati per sintetizzare alcuni farmaci, come lo squalene (un agente curativo delle ferite) [4].
Questa osservazione suggerisce che le variazioni conformazionali nei complessi ligando-AR sono almeno in parte responsabili delle uniche risposte cellulari. Ciò è ulteriormente supportato dai risultati di Unwalla et al., Che hanno dimostrato che possono derivare piccole variazioni nella conformazione SARM in sostanziali effetti sull’attività. La EPO è una glicoproteina prodotta dal rene che agisce stimolando la proliferazione e la maturazione di globuli rossi.
Anabolizzanti steroidei: uso nel bodybuilding ed effetti collaterali
Presentare sia i rischi che i benefici dell’uso di steroidi anabolizzanti sembra essere un modo più efficace per educare gli adolescenti sugli effetti negativi dell’uso illecito di steroidi. Un altro fattore che più comunemente crea problemi all’utilizzatore è l’alterazione dei lipidi ematici. Cicli con AAS metilate in C-17 o cicli con alte dosi di AAS per lunghi periodi di tempo producono una riduzione del colesterolo legato alle lipoproteine ad alta densità (HDL). Ciò avviene essenzialmente per un’azione sul fegato delle molecole utilizzate (in special modo quelle metilate in C-17) e per una riduzione dell’utilizzo del colesterolo LDL per la produzione di androgeni che durante un ciclo di AAS viene ridotta o interrotta. Generalmente con l’uso dei nandroloni si sono visti pochi o zero effetti se la dose settimanale non superava i 2,2mg per Kg di peso. Vi sono alcuni studi che sostengono l’idea che i nandroloni esercitano un effetto positivo sui livelli di HDL.
In età prescolare, oltre alla terapia giornaliera, si può considerare la nuova strategia terapeutica intermittente con steroide per via inalatoria ad alto dosaggio associata al salbutamolo per pochi giorni appena inizia un’ infezione respiratoria che quasi sempre è il trigger delle riacutizzazioni. Questa strategia alternativa deriva da studi realizzati qualche anno fa13,14 che dimostravano che, in bambini in età prescolare con wheezing ricorrente, la terapia continuativa con steroide inalatorio o la terapia intermittente non portavano a differenze nel numero delle riacutizzazioni. Raccomandati da tutte le linee guida internazionali come first line therapy nel bambino con asma, gli steroidi per via inalatoria sono efficaci nel controllare i sintomi e prevenire le riacutizzazioni. Questi risultati rafforzano l’indicazione a iniziare al più presto il trattamento nei casi di diagnosi accertata di SM, in particolare se sono presenti fattori associati a una prognosi meno favorevole. Tuttavia, va nuovamente ricordato che il singolo individuo richiede un programma di trattamento personalizzato.
Interazioni con altri farmaci
Ciò incrementa la probabilità di coaguli di sangue e perciò incrementa anche la possibilità di ictus e infarti. Per prevenire tale circostanza, in casi in cui il problema potrebbe persistere nonostante l’utilizzo di alte dosi di Omega-3, o nel caso in cui gli esami del sangue avessero mostrato alterazioni significative, l’utilizzo di 100mg/die di Cardio Aspirina sono consigliati. Gli AAS che più incidono in questo senso sono il Boldenone, Oxymetholone, e il Trenbolone. Sono necessarie continue ricerche e lo sviluppo di questi agenti, dati i loro nuovi meccanismi d’azione e il potenziale per affrontare e integrare le condizioni con la mancanza di terapie efficaci o terapie con effetti collaterali inaccettabili. Inoltre, fino ad oggi i SARM hanno sempre dimostrato di essere ben tollerati, facilmente somministrabili per via orale e nel complesso carenti di interazioni farmacologiche significative che possono solo aumentare ulteriormente la loro futura applicabilità.
- A queste dosi non c’è ritenzione idrica né inibizione apprezzabile delle gonadotropine (effetti collaterali).
- Il testosterone esogeno e gli steroidi anabolizzanti riducono i livelli di gonadotropine.
- Secondo le statistiche internazionali, l’80% degli uomini e il 20% delle donne, il 78% dei calciatori e il 40% dei velocisti assumono steroidi anabolizzanti nel sollevamento pesi, powerlifting e bodybuilding [5].
- Maggiori informazioni (aumento del tessuto mammario negli uomini) può avere bisogno di una riduzione chirurgica.
- Se il livello è alto, alti livelli di DHT ed Estrogeni possono favorire la comparsa di tumore alla prostata.
Le linee guida hanno la funzione di fornire delle indicazioni, spesso irrinunciabili, nonostante possa poi risultare necessario rimodulare queste stesse indicazioni sulle singole e specifiche situazioni cliniche. In considerazione della variabilità della sclerosi multipla e delle caratteristiche specifiche della singola persona, il trattamento deve essere individuato da caso a caso attraverso un rapporto di fiducia tra l’équipe del Centro clinico SM e la persona con sclerosi multipla. Anche se, a oggi, non esistono terapie definitive che eliminino completamente la patologia, sono tuttavia disponibili numerosi trattamenti che – nella maggior parte dei casi – riducono l’incidenza e la severità degli attacchi della sclerosi multipla.
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Si considera altresì la modifica della scelta terapeutica anche in caso di frattura osteoporotica vertebrale o di femore nonostante trattamenti praticati per almeno un anno con i farmaci della classe precedente (19). Calcio e vitamina D rappresentano la prima linea terapeutica e preventiva della GIO. Le linee guida dell’ACR 2010 raccomandano nel paziente che deve assumere steroidi per una durata prevista pari o maggiore a 3 mesi, di mantenere un apporto totale di calcio di 1200 mg/die ed un introito di vitamina D pari a 800 UI/die mediante dieta e/o supplementi (livello di evidenza A) (9). Tale raccomandazione deriva dal fatto che i glucocorticoidi riducono l’assorbimento intestinale di calcio ed aumentano la calciuria, generando un bilancio negativo del calcio. Questo farmaco è utilizzato per trattare condizioni come l’artrite, disturbi ormonali, patologie del sangue e del sistema immunitario, reazioni allergiche, alcune problematiche relative a pelle e occhi, problemi respiratori e alcuni tipi di cancro.
Una di queste è la “terapia intermittente (6–10 giorni) con alto dosaggio di steroide più salbutamolo al primo segno di infezione respiratoria”, dato che proprio in età prescolare il trigger delle riacutizzazioni sono soprattutto le infezioni respiratorie. Se si opta per l’utilizzo di questa strategia, ai genitori di bambini con broncospasmo ricorrente va pertanto data indicazione di iniziare la terapia inalatoria con steroide ad alto dosaggio più salbutamolo appena si manifesta il raffreddore. In tutto il mondo sono in corso numerosi studi allo scopo di sperimentare nuovi approcci alla malattia, per ottenere farmaci sempre più efficaci e con scarsi effetti collaterali. Nel dossierTerapie in sperimentazione per la SM troverete schede di approfondimento per ciascuno dei farmaci in sperimentazione, con i dettagli sui meccanismi d’azione, le modalità di somministrazione, le indicazioni terapeutiche, gli effetti collaterali, i trial clinici effettuati e quelli ancora in corso.
Una migliore comprensione dei modulatori selettivi del recettore degli estrogeni (SERM) e dei loro meccanismi di azione negli anni ’90, nonché il crescente uso di tamoxifene nel trattamento del carcinoma mammario, hanno stimolato l’interesse per farmaci analoghi per modulare il recettore degli androgeni (AR). Diversi laboratori hanno iniziato a lavorare steroidi per identificare i candidati principali e i farmacofori specifici, con i primi lavori incentrati su una classe di aril-propionamidi identificata dagli analoghi dell’idrossifutammide nel 1998. Negli ultimi 20 anni il numero di SARM bioattivi oggetto di indagine ha continuato a crescere, così come la nostra conoscenza dei loro meccanismi di azione.
Le Controindicazioni degli Steroidi
Gli effetti collaterali possono sembrare duri da sopportare, ma è importante ricordare che sono temporanei e spariscono non appena la dose di steroidi viene ridotta. Non è comune che i malati di mieloma assumano gli steroidi per un lungo periodo, ma nel caso in cui succeda è facile prendere peso, soprattutto al viso, ai fianchi e alle spalle. In questo caso possono comparire anche altri effetti collaterali, tra cui ritenzione idrica, innalzamento della pressione e un rischio leggermente accresciuto di contrarre infezioni. Alcuni recenti studi clinici hanno dimostrato che potrebbe essere utile iniziare la terapia con gli interferoni beta già dopo il primo attacco riferibile a sclerosi multipla qualora, all’esame di risonanza magnetica, siano rilevabili caratteristiche compatibili con la malattia. In questa condizione, denominata sindrome clinicamente isolata (o CIS), gli interferoni beta possono infatti ritardare in modo significativo la comparsa di un secondo attacco.
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